L’ Amsterdam family friendly di next generation travellers 20 Aprile 2015 – Pubblicato in: Kids, Travel with kids

Dopo anni anni di tentativi vani, causa tariffe aeree troppo alte, ce l’abbiamo fatta, e con sei mesi di anticipo e la nostra solita amata Easyjet, questa volta io e la mia tribù ad Amsterdam ci siamo andati, e ho capito al primo istante, perché non ho mai desistito.

Amsterdam è subito volata al secondo posto della mia personale classifica delle città europee del cuore.

In pole position c’è sempre Londra, ma questa è un’altra storia, sono convinta che a Londra abbia vissuto una vita passata, perché ogni volta che torno mi sento esattamente come a casa, o forse meglio, ma di Londra vi parlerò un’altra volta.

Amsterdam-Family-friendly

Super puntuali, siamo arrivati ad Amsterdam in tarda mattinata, un piccolo intoppo, niente treno per la città causa lavori, e per la prima volta ho dovuto cedere al passaggio in taxi, che per me rappresenta quasi una sconfitta, ma complice un vento che trascinava via la piccola Greta , e una tassista che illegalmente ci ha caricati in 9, mi sono rassegnata e in meno di 20 minuti, e 35 euro siamo arrivati al nostro hotel.

Nonostante i sei mesi di anticipo, è stata un’impresa trovare la solita camera per 5, anche in Olanda, dove mi dicono che il numero medio di figli è almeno tre, e io esulto, finalmente non mi guarderanno come una pazza che non ha niente altro da fare che mettere al mondo figli….o sfornarli, come direbbe mia sorella!

L’hotel Le Coin è in pieno centro, e a dirla tutta non è proprio economicissimo, ma è molto accogliente ed ha anche un piccolo angolo cottura e un tavolo che ci ha permesso di cenare entrambe le sere, perché diciamocela tutta, dopo aver portato i bambini allo stremo delle loro forze, la sera l’idea di cenare in un ristorante, ci è sembrato più faticoso che affrontare la coda per la casa di Anna Frank, dove infatti non siamo riusciti ad entrare.

Nota bene: se decidete di recarvi ad Amsterdam e di visitare la casa della suddetta, prenotate l’ingresso ancora prima del biglietto aereo, è assolutamente necessario, per non tornare a casa, come me con le lacrime agli occhi.
Avevo preparato me e i bimbi, con libri e racconti, e invece niente, neanche la mia tenacia è stata sufficiente, per pensare di costringere i bambini ad una tale attesa.

Amsterdam

Ma torniamo indietro, dopo aver preso possesso delle camere, incontriamo Valentina di Insolita Amsterdam, che ci accompagna ad un primo incontro con la città.

Mi racconta un po’ delle loro storia, Valentina e Simona, sono due ragazze che si sono conosciute ad Amsterdam, ed insieme hanno avviato questa attività di uniche guide italiane in loco, e devo essere sincera, mentre Valentina mi raccontava, io la invidiavo, in senso buono, tantissimo, è sempre bello sapere di donne che si inventano una professione e la realizzano con successo.

Ci ha accompagnato a piedi, sotto una pioggia battente,nei posti soliti e insoliti di Amsterdam, anche nel quartiere a Luci Rosse, che di pomeriggio si può tranquillamente girare coi bambini, purtroppo, mio figlio grande, credo abbia finito un paio di giorni fa di chiedermi se potesse tornare davanti alle vetrine.
Io devo essere sincera, il quartiere non me lo immaginavo così, quindi sono stata ben contenta di esserci passata, anche se a dispetto dei desideri di mio figlio, in effetti credo con i bimbi una visita possa bastare.
Complici i racconti di Valentina, la mia Carolina, 6 anni a giugno, dopo circa un’ora esordisce dicendo che adora Amsterdam, ma io la capisco perché è stato amore a prima vista anche per me.
Salutiamo Valentina, ma voi ricordatevela se passate da Amsterdam, e continuiamo il nostro giro, e in questo punto che succede il fattaccio di Anna Frank, ma questo ve l’ho già raccontato.

amsterdam

Si è fatta l’ora di cena, e per sentirci dei veri Amsterdammer, ci catapultiamo in un supermarket, e per cena compriamo qualche loro prodotto tipico, in primis il Gouda, perché ragazzi il Gouda è proprio buono, magari non avranno una cucina eccellente, e se lo dicono da soli, ma il Gouda vale un rientro a casa con forma nel trolley.

La mattina dopo sveglia di buon’ora, in effetti il nostro amico compagno di viaggio, ai miei orari sgrana gli occhi, ma i giorni sono pochi, e il tempo va sfruttato tutto, e poi l’ho capito subito tre giorni per visitare Amsterdam non bastano, quindi velocizziamo subito i ritmi.

Che poi vorrei capire, tutti quelli che mi hanno detto “ma va in tre giorni si visita tutta”, cosa intendessero, forse non dovevo fidarmi di mio fratello, che al ritorno messo alle strette dal confronto mi ha confessato di aver visitato l’Heineken e un solo quartiere….ma aveva anche un’altra età!

canali amsterdam

Ecco il primo grande misunderstanding contro cui deve combattere la città, Amsterdam non vuol dire alcool, fumo, ecc….io dico che è una città pulita, ordinata, romantica, accogliente e super friendly con le famiglie, che in effetti ahimè scarseggiavano.

Prima attività della mattina, crociera sui canali, con Canal Cruise; voi riuscite a vedere i miei occhi a cuore, attraverso lo schermo? Perchè a me sono rimasti tali, Amsterdam vista dai canali è un’esperienza a cui è impossibile rinunciare, sembra di essere catapultati in un mondo fiabesco, costeggiare le famose case storte, attraverso ponti uno diverso dall’altro, ma tutti perfetti nella loro unicità, è qualcosa che rimane nel cuore per sempre.
La crociera dura un’ora, e chiaramente la gita in barca per i bambini, è sempre una grande festa, tutti con le loro fotocamere a immortalare ogni angolo, ogni houseboat, e ogni fiore si scorgesse dal finestrino.

Dopo la crociera, ci catapultiamo nello Jordaan, una volta quartiere degli operai, ora quartiere di artisti, hippies, studenti ma anche imprenditori.
Un labirinto di stradine, canali, gallerie d’arte e biciclette, mi è subito chiaro, che se mai dovessi trasferirmi vorrei vivere esattamente li’.

museo-van-gogh

Dopo un pranzo veloce, arriva il momento top della giornata, e stavolta non mi hanno fregato, la prenotazione l’avevo fatta da Milano, tutti al Museo di Van Gogh,e tutti dotati di cuffiette, per i bambini erano gratis così come i biglietti, partiamo per la nostra visita.

Aggiungo, che all’ingresso, a chi lo richiede e gratuitamente, viene consegnata la famosa valigetta, di Van Gogh, con tante attività per i bambini, ovviamente in inglese, ma con mamma e papà che qualche parola la sanno, è un’esperienza carinissima e molto istruttiva.
Peccato che tornati in città, le maestre della scuola primaria di mio figlio, non gli abbiano chiesto nulla, sarebbe carino, ma questo rimane un mio sogno, che al ritorno dai loro viaggi, i bimbi potessero condividere quello che hanno visto e fatto con i loro amici, ma si sa, le coniugazioni verbali e le equivalenze sono molto più importanti, chiusa polemica.

A proposito di Van Gogh vi voglio segnalare un libro, molto carino, semplice e con delle illustrazioni fantastiche, ai miei bambini è servito molto per introdurli nella dimensione artistica di questo pittore così tormentato: Vincent Van Gogh e i colori del vento.

Il Museo di Van Gogh, e i due secchioni del gruppo, mio marito e Carolina, che di quadro non se ne volevano perdere mezzo, ci hanno un po’ provato, quindi con estrema soddisfazione per la mia ideona, propongo a tutti una bella birretta nella famosa birreria sotto l’unico mulino a vento rimasto in città, la Brouwerij’t IJ, e qui voglio ringraziare tutti i miei 8 compagni di viaggio, che mi hanno supportato nel portare a compimento questa missione, perché raggiungere la destinazione, è stata forse la cosa più complessa del nostro viaggio, ma anche la più divertente, perché le difficoltà uniscono, e la nostra disperazione nel correre dietro a tutti i tram di Amsterdam, è stata ripagata dalla gioia immensa, quando all’orizzonte qualcuno ha avvistato e a gran voce ha esultato “Ho visto un Mulino”!

mulino

Beh a bere birrette lì c’era metà Amsterdam, ma i bambini erano solo i nostri, che hanno brindato con noi, con succhi di frutta, e degustato salsicce e Gouda, seduti a tavola con chi invece accompagnava alle birre, altro e non specifico cosa, ma loro certe fragranze ancora non le sanno riconoscere.

Ci dirigiamo in hotel, altra cena casalinga, il mio fegato iniziava a gridare vendetta, quindi per me sushi, mentre incurante di quello dei miei figli, per loro ancora fast food.

Ci salutiamo, e ci diamo appuntamento praticamente all’alba della mattina dopo, ma era il nostro ultimo giorno, e non potevamo perdere un secondo.

Il lunedì ci aspettava un appuntamento irrinuniciabile in questo periodo, il Keukenhof Park, che se il treno non si fosse fermato e non ci avesse intrappolato per circa un’ora, disterebbe circa 45 minuti di treno più autobus dal centro città.
Ma l’imprevisto è stato ripagato, da uno spettacolo che lascia senza fiato, una distesa infinita di ogni fiore, ovviamente primo su tutti il tulipano, ma poi giacinti di ogni colore, narcisi, peonie, insomma ogni gioiello che la natura possa darci, nella sua piena fioritura.

Per i bambini un vero paradiso, a parte i fiori, e un mulino a vento visitabile al suo interno, un parco giochi divertentissimo e tutti gli animali della fattoria che si possono accarezzare e coccolare , insomma portarli e portarci via è stato davvero un’impresa.

 tulipani

L’ho già detto che tre giorni sono pochi?? Segnatevelo.

Torniamo in città per la nostra ultima mezza giornata, e i miei occhi anche se a secco, iniziavano a lacrimare, decidiamo di fermarci a bere e mangiare al sole su una delle tante bellissime terrazze lungo i canali.
Relax allo stato puro, e a dire la verità la cosa che più mi ha colpito degli abitanti di Amsterdam, è la loro serenità, il loro vivere in sella ad una bicicletta, mi ha fatto pensare ad una vita più semplice e più libera della nostra.

Andiamo a zonzo ancora un po’, non dimentico di acquistare per la mia bimba, tutti i gadget femminili possibili e immaginabili per la sua bicicletta, che ereditata dal fratello, di femminile non ha nulla.

Deliziamo ancora il nostro fegato con delle ottime patatine fritte olandesi, affogate nella maionese, e mestamente ci avviamo a recuperare i nostri bagagli per dirigerci verso l’aeroporto.

Con un po’ di ritardo ripartiamo , e con mia grande soddisfazione, devo ammettere di aver quasi sconfitto la mia paura di volare, perché sull’aereo mi sono pure fatta un sonnellino.

Atterrati in tarda serata, Filippo, il figlio dei nostri amici, mi commuove , perché con aria malinconica si rassegna all’idea che la “bella vacanza” fosse finita.

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E come ogni volta, succede al mio rientro, cerco con forza di spiegare a tutti quelli che me lo chiedono, che non è così difficile viaggiare con i propri figli, tu dai loro una possibilità di crescita, e loro ti ricompensano sempre con le loro faccine stupite, incredule, interessate e anche se a volte stanche, immensamente felici, e già te li immagini, quando fra qualche anno torneranno poco più che adolescenti ad Amsterdam, a visitare l’Heineken e un solo quartiere…

Link utili per un’Amsterdam Family Friendly:

Insolita Amsterdam 
Canal 
Keukenhof