Ininfluencer non è una parola contro. 30 Gennaio 2018 – Pubblicato in: Blogging, Fashion, Funky Projects, LaBag and co., Strafi

Quello che mi ha più colpita della disavventura di qualche tempo fa, è stato l’abbinamento Ininfluencer/hater.

Cos’è successo? Abbiamo trovato magliette estremamente simili alle nostre su un altro negozio.
Mi ha però colpita il fatto che fosse venduta in una specie di sezione hater club, ora non ricordo bene, o forse la dicitura era sull’etichetta.

Da lì abbiamo scoperto tantissime magliette con la dicitura INinfluencer.
Era prevedibile. O forse non lo era ma è evidente che ci abbiamo visto giusto.

Ma che differenza c’è tra un’ininfluencer e l’altra?
Prima di tutto, chi l’ha proposta, NOI.
Sono nata come blogger online, sono anche influencer? Non so, è una parola vuota e che secondo me ha segnato un po’ la fine di un periodo senza nemmeno lasciarlo sbocciare come avrebbe dovuto.

Collego la parola Influencer agli articoli, tardivi, che cominciarono ad occuparsi di nuovi percorsi professionali online. Fatti male, insulsi e privi di realtà.
“Scopri come guadagnare fino a 3.000 euro con una foto su instagram!”
“Gli influencer viaggiano a gratis, scopri come”

E poi la dicitura influencer su biglietti da visita e come descrizioni nelle bio dei profili social. Mah! Bha! Ma veramente?

Io credo fermamente che ci siano tantissime persone che influenzano.
Certe collaborazioni sono così azzeccate che ne comprerei mille di prodotti.

Sono di nuovo disponibili sul nostro e-shop – clicca qui

Detto questo, non esiste l’influencer.
Esistono professioni che sanno usare la comunicazione digitale a regola d’arte.
Creatori di contenuti per il web.

E poi esistono mille profili tutti uguali, che fanno le stesse identiche foto, che parlano delle stesse cose e che fanno leva su quello che più piace al momento. E’ una strategia che funziona.

Che non mi piace, che mi annoia, che non so fare ma che funziona.

Questo è il senso:
se essere influencer significa autodefinirsi tale, avere solo un profilo con tanti followers (si posso comprare, eh) e fare foto che piacciono a tutti, prendiamoci il tempo per essere Ininfluencer.

SIGNIFICA FARE PER PIACERSI, NON PER PIACERE.

Siamo tutti influencer. Quante volte hai comprato il rossetto che ti ha consigliato un’amica? Quante volte una tua amica ha comprato nel negozio che le avevi consigliato tu?

Insomma. Non abbiamo creato Ininfluencer per dare addosso a una categoria della quale non solo facciamo parte, se si parla di creazione di contenuti e altro scritto più sopra, ma che ci ha persino permesso di pagare l’affitto.

Se ininfluencer deve dare addosso a qualcosa, che sia la superficilità e l’omologazione a tutti i costi.

E’ un’ode al piacersi, che è un percorso lungo e pieno di insidie.
Ecco in cosa è diversa la nostra Ininluencer: nel messaggio.
Non avrei mai fatto produrre un prodotto “contro”.

E poi lasciatemelo dire: il cotone delle tshirt è pazzesco, la vestibilità incredibile ed è prodotta nel rispetto dell’ambiente e delle persone che la realizzano.

Non tutto è uguale a tutto.