Il Natale più bello della mia vita 24 Dicembre 2014 – Pubblicato in: Cose Varie, Le Storie Semplici – Tags:

Il Natale più bello della mia vita non è stato a Natale. È stato ai primi di dicembre, era il 1998 e abitavo a Lisbona. Fuori si stava bene, c’erano dieci gradi, e in casa – una casa enorme del 1800 senza riscaldamento in cui vivevamo in quattordici – faceva freddo. Sempre. La mattina, quando mi alzavo alle sei per essere all’università, la sera, quando tornavamo tutti e ci raccontavamo le nostre giornate seduti attorno al tavolo di legno e marmo, bevendo tè caldo, e di notte, quando ognuno si chiudeva in camera a studiare, facendo mille pause sigaretta – succo d’arancia – birra – «passami la stufa, è il mio turno».

Era il Natale prima del Natale, il Natale della familha Castilho, il Natale di quattordici ragazzi che, avendo genitori fratelli e sorelle così lontani, avevano in pochi mesi ricostruito una famiglia lì, in quella casa di legno e azulejos, una famiglia in cui, proprio come in tutte le altre, ci si voleva bene, ci si aiutava, si litigava, si faceva pace e si passava il tempo a chiacchierare di sogni, futuro e di quella cosa strana che ti succede quando vai ad abitare fuori dal tuo mondo, quella cosa che io chiamavo questo mio cuore, che saltella ogni giorno. 

Poi arrivò anche il mio volo per Torino, e anche quello fu il Natale più bello della mia vita. L’aereo atterrò pattinando sulla pista ghiacciata di Caselle e io scesi la scaletta morendo dalla voglia di vedere tutti: i miei genitori, mia sorella, i miei amici. Passai giorni e giorni prendendo tè e parlando e amando con tutte le mie forze le persone che incontravo: ho fatto l’Erasmus quando esistevano solo le email, e in pochi le usavano. Chiamarsi era difficile e costoso, e allora mancarsi era una parola reale, concreta, che si scioglieva solo al primo abbraccio.

Fu un Natale speciale, pieno di domande e di racconti, di sorrisi e di saluti. Non credo che riuscirò mai a ringraziare abbastanza i miei genitori per avermi permesso di fare l’Erasmus. E non credo che riuscirò mai a esprimere a parole quale meraviglia per l’anima sia partire a 22 anni, lasciare tutti e andare a vivere in una città che non conosci, con persone che non hai mai visto, ma che dopo due giorni diventano vere compagne di vita.

Il Natale più bello della mia vita

Forse però mi sbaglio. Forse il Natale più bello della mia vita non è stato a dicembre 1998. Forse è stato il Natale più bello della mia vita ogni volta che nella mia vita sono riuscita a rinascere. Come quando sono arrivata a Lisbona, a settembre dello stesso anno. O come quando ho capito che mi erano caduti dalle tasche i sogni più grandi, e sono tornata indietro a raccoglierli. O quando ho accettato e amato la mia solitudine, nei miei trent’anni sgarrupati, divertenti e commoventi. O quando ho capito, qualche mese dopo essere diventata mamma, di essere diventata mamma.

Forse è davvero Natale anche a maggio, se in quel giorno di maggio hai trovato le forze per provare a rinascere. Forse è davvero Natale quando riesci a vederle anche dentro di te quelle luci che brillano e quella voglia di regalare sorrisi e felicità, proprio come se fosse il 25 dicembre.