Non è scienza, è Funkyscienza: Io penso positivo! 1 Ottobre 2015 – Pubblicato in: Funkyscienza – Tags: ,

“C’era una volta un drago – verde, nero e argento – di nome Rucaver. Forse voi pensate che tutti i draghi volino e sputino fuoco, ma questo non è affatto vero: i draghi, come i bambini, sono tutti diversi e ognuno ha il suo potere speciale. Rucaver, per esempio, aveva una pipì velenosissima; talmente velenosa che quando veniva in contatto con la pelle di un essere umano formava immediatamente un piccolo sasso, fastidioso se non addirittura doloroso, sotto la pelle del malcapitato. Ma Rucaver non era cattivo e gli esseri umani gli piacevano moltissimo… Ehi! Non da mangiare, eh? Quindi un giorno decise di trovare un rimedio per la sua pipì velenosissima e risolvere così i problemini che aveva creato alle persone. Cerca che ti ricerca, finalmente Rucaver trovò un altro drago – rosso, bianco e oro – di nome Thuja, le cui lacrime erano capaci di sciogliere i sassi formati dalla sua pipì. Ma attenzione! Non tutte le lacrime di Thuja erano adatte allo scopo: le migliori, le più potenti, erano le lacrime di gioia. Per questo, per raccogliere le lacrime perfette, era necessario far ridere Thuja… E tu, Nina, la sai una storia che fa ridere?”

c'era una volta...

c’era una volta…

E così, sera dopo sera per circa un mese, a suon di storielle divertenti, abbiamo raccolto e spalmato le lacrime del drago Thuja per sciogliere i due sassi che si erano formati sotto il piede di Nina dopo che, per sbaglio, aveva calpestato la pipì di Rucaver. In pratica, quello che abbiamo fatto è stato usare il pensiero positivo (una pratica psicologica) e la tintura madre di Thuja (un rimedio fitoterapico) per combattere le verruche plantari di Nina.

In breve, le verruche sono formazioni cutanee, tipicamente ruvide e crespate, scatenate da un virus che si annida nelle microlesioni della pelle. Il contagio avviene per contatto superficiale, solitamente in luoghi (come docce, palestre e piscine) dove il clima caldo-umido favorisce la sopravvivenza del virus anche al di fuori della pelle. Attualmente non è nota una terapia che ne garantisca la totale guarigione, e i metodi principalmente utilizzati prevedono l’asportazione della verruca e, con essa, del virus che la ha scatenata. Non esiste, ad oggi, un farmaco “convenzionale” per combattere le verruche, anche se si sta iniziando a studiarne alcuni. Esistono invece dei modi “alternativi” per combatterle, dei quali però non si ha evidenza scientifica di efficacia. In ogni caso un ruolo importantissimo è giocato dalla psiche, che è in grado (e questo è provato) di stimolare il sistema immunitario alla “battaglia” contro il virus. Alcuni dei modi usati per sollecitare una risposta del sistema immunitario sono, per esempio l’effetto placebo o il pensiero positivo.

stayfunky

REPETITA IUVANT, DICONO…

Come avrete capito noi abbiamo usato il pensiero positivo, una tecnica che abbiamo imparato da uno psicologo. E se siete curiosi di saperlo, la risposta è: sì, abbiamo sconfitto il drago.

E allora, visto che siamo tutti d’accordo sul fatto che l’anno inizia a settembre (e che inizio, signori miei! #buonfarcela), non mi resta che lasciarvi con un invito, perché so che funziona: pensate positivo!