Dai conti della serva a imprenditrice. 1 Febbraio 2017 – Pubblicato in: Funky Projects, LaBag and co., The Funky Diaries

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Piuttosto mi esaurisco ma non mi fermo.
Questo è un anno importantissimo.
Quello in cui qualsiasi sentimento negativo dev’essere trasformato in benzina.
A denti stretti, se serve.

Che il sorriso è più efficace ma non sempre a disposizione.

Ho preso ritardo sul lavoro perché son stata male.
Siamo in ritardo sulla collezione perché quando si è piccoli, passano prima i grossi.
Perché il mondo non è sempre giusto ma non è un attenuante.

Voglio ardentemente fare il salto.

Un palloncino in mezzo ai cactus.

Un palloncino in mezzo ai cactus.

Sono consapevole che per me e per chi lavora con me sarà un percorso più lento perché non ho mai avuto un investimento iniziale.
Ho preso il guadagno dal blog e ci ho prodotto i primi pezzi.
Viva la pubblicità sui blog, sempre. E sì, blogger, a volte è un mestiere.

Primi pezzi venduti, guadagno reinvestito in produzione.
E cavolo se siamo felici. A Natale raccontavo a chi mi vuole bene che abbiamo fatto un piccolo miracolo. Questo è l’anno in cui la si smette di chiamarlo così. Che altrimenti sembra che ci è un po’ cascato in testa per caso e non è più tempo di non capire.

Certo ci vorrebbero i soldi per un ufficio stampa, per produrre di più, per organizzare shooting più completi.

Arriverà quel giorno e sapremo che avremo realizzato il tutto con le nostre sole poche forze e che forze!

Sarebbe stato meglio con un aiuto iniziale? Non credo.

Probabilmente avrei sbagliato ad investirli.
Dai conti della serva a business plan era il percorso giusto da percorrere.

Ho rallentato qualche giorno? No ansia.

Ho comprato i primi integratori della mia vita. Ho bisogno di non saltare yoga. Credo che un appuntamento dal parrucchiere non mi farà male: devo investire su me stessa.

Porca miseria se sono decisa a inseguire il mio obbiettivo, porca miseriaccia sì!

E se avete un commercialista che vi invita a non sforare il regime dei minimi, secondo me le cose sono due: o non crede nel vostro progetto o non è il commercialista giusto.
Io non ho paura.
Non ne ho avuta e sono sopravvissuta.
E no: nessun ce la possiamo fare. Non a prescindere.
Non si tratta più di sogno ma di responsabilità!

Vista la fatica degli ultimi due anni, mi arde dentro un fuoco quando sento qualcuno dire che è meglio non fare il salto per le tasse.
Sforare il regime dei minimi è il primo successo, non il primo ostacolo. Tanto prima o poi non lo avrai più, quindi meglio averlo superato che subirlo, no?
Poi mi calmo, guardo quella persona e  tutto mi porta a pensare che forse il suo, non è il progetto giusto.
Tutto qui.
Perché non voglio e non posso credere che sia questione di mentalità. Perché se lo fosse, non faremo mai un passo avanti. Tutti. Perché se va meglio a te, va meglio a me, va meglio a noi. Insieme.

Poi cadere e farsi male è un attimo. (Ho già dato in passato).

Per questo non è un anno come gli altri: è l’anno del non devo sbagliarne una.

Caricaaaaaaaaaaa!


E intanto cominciano ad arrivare le prime novità: orecchini sobri q.b.
Presto disponibili su FunkyMamaCollection