Commento #calzamutanda sulla copertina di Marieclaire. 21 Ottobre 2015 – Pubblicato in: Calzamutanda, Fashion – Tags: , ,

Potevo esimermi?
Calzamutanda è sul pezzo. Non sono andata online il giorno dopo la polemica perché mi serve sempre tempo per elaborare bene le cose e non commentare guidata dall’emotività.

Copertina di Marieclaire - Ottobre 2015

Copertina di Marieclaire – Ottobre 2015

Partiamo dal fatto: è scoppiata una polemica.
La modella sulla copertina del numero di Ottobre di Marieclaire è troppo magra, dicono, non è sana, dicono, è un modello sbagliato, dicono.

Scrivo dicono perché prima di dire la mia vorrei vedere la foto del prima.
Prima del trucco, del parrucco e dell’editing.

Quindi riformulerei la polemica: l’immagine elaborata e studiata della modella per la copertina di Marieclaire le attribuisce e comunica una magrezza eccessiva.

Insomma, io toglierei dalla polemica la diretta interessata prima di vederla dal vivo e nature, perché davvero il trucco può far miracoli, non sappiamo se prima del parrucco le gote fossero davvero così scavate, inoltre, in quella posizione anche le mie braccia risultano inesistenti e non ho idea se ci sia o meno lo zampino di photoshop in tutto questo.
E una ce la siamo levata, nel senso che non attribuirei colpe alla ragazza. Tra l’altro mettiamo il caso che abbia seri problemi di alimentazione: miliardi di commenti offensivi l’avranno fatta stare solo che peggio.
L’idea di magrezza voluta e proposta è da attribuire alla redazione, alla rivista.
Detto questo io non sono rimasta scioccata: non ho ben capito perché proprio questa copertina e non altre milioni di copertine.
Ma non è importante, calzamutanda non prende mai in considerazione un punto di vista, si prefigge invece di parlare di moda e donne, tutte le donne.

Vorrei quindi prendere in considerazione tre punti: l’idea di comunicazione che ha voluto dare la redazione, le taglie e l’utilità delle modelle nel 2016.
Della redazione ho già detto tutto, passiamo al punto 2.

taglie calzamutanda

Taglia 38. Le taglie.
Quali?
Mi spiego meglio: voi avete la stessa taglia per ogni marchio che avete comprato?
Impossibile.
Quindi parlare genericamente di taglie non è plausibile.
Sono anni che mi ronza un’idea per la testa: qualcuno istituisca una tabella internazionale alla quale attenersi. A parte tutti i discorsi di etica, nell’era dello shopping online, diventa meramente una questione pratica.
La taglia 38 può essere una normalissima small come una xxs. E così via.
Peccato che su alcune donne quel numerino abbia ancora un valore che davvero non ha.
“Non ci posso credere, è una 42 e mi sta piccola! Devo fare qualcosa. La compro e poi dimagrisco, mi rifiuto di prendere la 44.”

Lasciate stare quel numerino, comprate marchi che vi somigliano, ogni brand studia i suoi tagli su un determinato target, smettetela di comprar capi in posti in cui una normalissima 38/40 viene proposta con il numero 42/44.  Se siete invece taglia petite, fiondatevici.

Una bella tabella internazionale creata da professionisti sarebbe una rivoluzione.

Conclusione: non crocefiggere una 38 se non si possono specificare le misure.

Una foto della stylist LaTonya Yvette, al centro, mentre lavoro ad un servizio fotografico. Foto presa dal suo Instagram. Su questa foto tre donne con tre fisici completamente diversi, belle e con stile da vendere.

Una foto della stylist LaTonya Yvette, al centro, mentre lavoro ad un servizio fotografico. Foto presa dal suo Instagram.
Su questa foto tre donne con tre fisici completamente diversi, belle e con stile da vendere. I redazionali di moda, li vorrei tutti così.

Le modelle.

A cosa servono? Quando utilizzarle?
Intanto chiariamo che non tutte le modelle possono fare le indossatrici. Le donne che sfilano sono una cosa a parte nella quale non ho intenzione di inoltrarmi oggi, domani chissà.

Sinceramente non mi pare che l’editoria si senta tanto bene, quante di voi comprano i cartacei? Sono anni che si sente dire che le riviste di moda hanno qualcosa che non va. A parte le quintalate di pagine pubblicitarie sempre più necessarie per stare in piedi e i contenuti che troppe volte ripropongono i brand già presenti appunto in pubblicità, a chi si rivolgono queste riviste?

Se si rivolgono a noi, donne, non capisco la necessità di continuare a usare modelle nel senso di canonici fisici da modella.
Mi spiego meglio. Che le modelle continuino pure a lavorare per campagne, spot e varie, ma nei redazionali che ci propongono stili, mood e nuove collezioni, perché non variare con tutta la gamma di fisici presenti nel vasto catalogo dell’umanità?
E non rispondetemi: “Perché non fa sognare!”. Andate a vedere LaTonya Yvette, al centro nella foto sopra, ha tutto tranne il fisico da modella e a me fa sognare.

Redazionali nuovi, senza escludere le magre, esistono, ma includendo la donna magra sopra/tonda sotto, tonda sopra/secca sotto, armoniosamente morbida tutta, spalle larghe, spalle strette e potrei continuare all’infinito.

Lo so, è molto più difficile, perché implica un lavoro di styling mica da ridere: significa trovare il giusto taglio per il giusto fisico. Non è come giocare di creatività con un corpo al quale tutto sommato sta bene tutto.

Sinceramente, ditemi, non ce lo meritiamo?
Io dico di sì.
Vuoi vendermi qualcosa? Che sia un vestito, un’idea, uno stile, vendilo a noi pensando a noi, che siamo tutte diversamente Strafi.