Locali Child free e la mutazione genetica del buon senso. 29 Gennaio 2014 – Pubblicato in: Travel with kids – Tags: attualità, family friendly, genitori, locali childfree, ristorante coi bambini
Ho scritto questo post dopo la pubblicazione di Il primo ristorante vietato a i bambini (dopo le 21) che effetto vi fa? su La 27ora e una conseguente conversazione su twitter con la bellissima yummymom e altre donne
che potete leggere –> QUI
Sto per svelarvi una scoperta scientifica della quale nessuno vi ha ancora parlato.
Un tempo esisteva il buon senso: una nobile intenzione che bussava al nostro io istintivamente. Poi, agenti atmosferici, scie chimiche e i leggings a stampe atzeche hanno per sempre mutato la sua presenza modificando e danneggiando il nostro dna.
Ecco spiegato perché Miley, invece di tirar fuori la lingua un paio di volte, ha deciso di farlo in 8.ooo scatti fotografici. Non è colpa sua. E’ una mutante del buon senso andato.
Avete mai letto la scritta childfree fuori da un night? Di quelli con la porta chiusa e solo una fessura rettangolare con un bestione che lascia entrare le spogliarelliste mentre pensi a Demi Moore, a chissà com’è dentro il locale e se ci sarà qualcuna che si tira addosso un secchio d’acqua come in flashdance?
No, non c’é. Perché probabilmente i night non sono ancora stati geneticamente modificati e noi genitori non siamo ancora del tutto impazziti.
Locali child free, suona assurdo come il senza zucchero ma con dolcificanti artificiali.
Partendo dal presupposto che se esco per andare in un ristorante con amici, magari con quel vestito e dei tacchi belli in modo assurdo, sono la prima a volermi organizzare perché l’erede dorma a casa di una nonna, di una zia o che se ne stia beato a casa con una baysitter.
Non solo per me, ma anche per lui, che dopo un po’, di stare seduto a tavola, ne ha anche le micro scatole non ancora del tutto sviluppate belle piene. E credo che su questo concetto, siamo tutte d’accordo, o forse no…
E’ il divieto che invece mi turba.
Ora, finché questi locali childfree rimangono pochi, il problema mi urta poco, anche se, per quanto mi riguarda, anche in libera uscita senza pargolo, ti sei ormai etichettato come locale di un’antipatia tale che i sordi nun te li vojo dare.
A parte dare per scontato che qualsiasi individuo sotto una specifica soglia d’età sia una elemento di disturbo, cosa che non è sempre vera, è giusto vietare l’ingresso ad una persona, mini o maxi che sia? E’ legale? Chiederò a Simona.
Per anni, alcune persone, si sono battute per far entrare i cani nei locali, ed ora i divieti ai bambini?
Quante prime pagine riempirebbe un locale che vieta l’ingresso ai brutti, ai tatuati o che so, alle persone in sovrappeso? La cosa scioccherebbe?
Alcuni bambini disturbano? Può essere.
Ma parliamo di disturbo nei locali. Il vicino di tavolo che parla con un tono di voce alto, magari al telefono, accompagnato da un tripudio di suonerie infernali. Io ne ho beccato uno che lanciava pezzetti di pane all’amico, giuro.
E mi è anche capitato quello che mi mostrava un primo da trenta euro, tritato e smaciullato direttamente dalla sua bocca. Masticare a bocca chiusa no?
Ma a loro, l’ingresso non viene certo vietato.
Spero che questi locali di tolleranza dubbia, rimangano sempre pochi, perché la vita delle persone è sempre un punto di domanda. Se tutti i ristoranti fossero così assisteremmo alla ghettizzazione della mamma/papà single, per esempio, o spesso sola/o, magari senza nonne vicine o senza possibilità di pagarsi una babysitter. O semplicemente pensate ad un intoppo dell’ultimo momento ma no, non avete proprio voglia di rinunciare a quell’uscita.
Sei genitore: stattene a casa! Non hai diritto a una vita…zzi tuoi, dovevi pensarci prima.
Prima svioliniamo belle parole nei confronti di paesi civili family friendly, poi discutiamo sui locali children free. Siamo strani.
E intolleranti.
Che poi è una mia impressione o nei paesi più family friendly, i bambini appaiono subito più quiete friendly?
Commenti
riciclattoli Gennaio 29, 2014 - 14:32
clap clap clap! La penso esattamente come te (poi le stampe azteche le ho viste per la prima volta domenica scorsa e credevo fosse la classica bruttura tedesca, cio^e mi dici che esistono davvero e son sdoganati?! maddaiiiii!!! ;-)) anche se molte si fregiano di dire il contrario in questo periodo. Credo ce ne sia già abbastanza di ghettizzazione e intolleranza. Voglio vedere chi è quel folle che si porta il figlio nel ristorante di lusso, così deve pagare un botto per una orrida serata per tutti! Rendiamo i locali e soprattutto le menti (non quelli di lusso btw) più childrenfiendly e rilassiamoci con un bell’aperitivo! 😉 ciao, Vale
justine Gennaio 29, 2014 - 14:42 – In reply to: riciclattoli
Che non è tanto il leggings stampato, ma come abbinarlo se non sei Bar Rafaeli…ma è tutto un altro post.
Ti abbraccio
Ju
Brunhilde Gennaio 29, 2014 - 15:26
Allora facciamo così, almeno tagliamo la testa al toro una volta per tutte: vietiamo l’accesso AI MALEDUCATI, tout court.
Perché son sempre stata persuasa, anche quando non avevo un figlio, che dietro un piccolo maleducato (che sia un bambino che strilla, interrompe, disturba, mena) ce ne sia almeno uno che condivide con lui metà del suo patrimonio genetico e che non ha preso provvedimenti ne’ intende iniziare. Perché io Siegmund lo porto al ristorante, magari cercando di andarci presto, quando non è ancora esausto (e tutti i bambini, quando si fa tardi e sono stanchi, vanno su di giri invece di crollare – il come ci riescano resta un mistero per tutti gli adulti) e magari il locale è mezzo vuoto. E anche i ristoratori ci aiutano, offrendogli il menù da colorare nell’attesa, portandogli la sua porzione alla svelta e qualche assaggino per tenerlo buono.
Concludo l’invettiva chiedendo: ma sono solo io, a seccarmi, quando i miei commensali ogni 30 secondi si distraggono per leggere le loro stramaledette notifiche di facebook sullo smartphone, per dire?
justine Gennaio 29, 2014 - 15:35 – In reply to: Brunhilde
E’ una cosa che urta anche me.
Comunque, come al solito, sono d’accordo su tutto quello che hai scritto.
Bacio
J
Cosetta Gennaio 29, 2014 - 15:47
ah ecco perchè quando ero incinta della seconda vestendo con stampa azteca e andando a fare aperitivi mano nella mano con la prima la gente mi guardava male… era per i leggins! eppure stavo gran bene… 😉 domenica sera nel mio ristorante cinese del cuore c’era la tavolata di quarantenni/e male assortiti e male educati che hanno infastidito la cena di molti presenti al contrario della nipotina manga del proprietario e la sua amichetta che ci hanno offerto scene esilaranti di multiculturalitá.
justine Gennaio 29, 2014 - 15:54 – In reply to: Cosetta
urge puntualizzazione: la stampa atzeca mi piace, ma ho visto pericolosissimi abbinamenti far vacillare il buon senso…ecco, dicevo in quel senso.
Per il resto: amen sorella, sopportiamo i maleducati.
Bacio
J
Cate Gennaio 29, 2014 - 16:28
Ecco per esempio io rientro nella categoria: senza nonni, senza baby sitter e mi guardo bene dal starmene a casa invece di avere una vita sociale, e mio figlio lo porto con me, facendo combaciare le sue esigenze con le nostre.
Come ha detto Brunhilde, si va a cena prima. Ci si vede con altre famiglie, si scelgono locali family friendly, che sono dappertutto, basta non scoraggiarsi da questi cattivi pubblicitari di loro stessi.
Emme Gennaio 30, 2014 - 10:58
Io la vedo in un altro modo. Certo, trovare un divieto sulla porta di un locale è inquietante ma se ci pensiamo bene può essere interpretato come uno stop al malcostume di sentirsi “moderni” e tanto fighi perché si portano i pargoli all”aperitivo con gli amici, magari incuranti del fatto che il locale può essere poco adatto ad accogliere i bambini, che invece starebbero infinitamente più a loro agio a casa loro. Onestamente, e lo dico dall’alto della mia mammitudine di 2 bambini piccoli e della mia vivace vita sociale, quando vedo genitori che sbevazzano davanti a una ciotola di nachos, con sti bimbetti al seguito, annoiati e che si rimpinzano dei suddetti nachos, chiamerei il Telefono Azzurro. Probabilmente certi bar, proprio per far ritrovare il buonsenso a certi genitori, hanno schiaffato sulla porta il divieto per tutti i bambini e fine della storia. Io lo prenderei come uno spunto per riflettere: magari un’aperitivo o una cena in meno, ma solo tra adulti, quando i figli sono a giocare (o a fare la nanna) altrove.
justine Gennaio 30, 2014 - 11:37 – In reply to: Emme
Il mal costume, che in questo caso è davvero soggettivo, visto che dipende da genitori, locale, bimbi e mettici pure periodo dell’anno ( Ricordo bellissimi apertitivi estivi, in locali belli, con bambini felici che chiacchierano con amici di mamma e papà o figli degli amici, ovvio, entro una cert’ora) non credo possa essere vietato.
Perché poi è proprio questo il punto.
La situazione che descrivi, ovvio, non mi piace, Bambini annoiati in un locale non adatto, ma come scrivo nel post, il buonsenso non tutti ce l’hanno, e nemmeno la buona educazione, ma davvero, non credo che saranno dei divieti a farci diventare persone migliori!
Un grazie, un per favore lo faranno!
Un sorriso
Justine
Marta Marzo 23, 2014 - 15:48
quando ero bambina alle nove ero a dormire, non capisco perché adesso si costringano i bimbi ad uscire alla sera, se i genitori non vogliono rinunciare ai loro divertimenti, investano qualche soldo in una baby sitter, come si faceva una volta. Sono cose a cui bisogna pensare prima di farli i figli
Vedo tanti bambini, alcuni perfino nella carrozzina, costretti a stare in giro fino alla una di notte, ma scherziamo?
il problema non sono i locali che non li vogliono ma i genitori che costringono i bambini ad uscire di sera.
Un bambino non ha i ritmi degli adulti, ha bisogno di dormire, di orari regolari e sani.
Se ci sono bambini che disturbano effettivamente la quiete, la colpa è dei genitori, il più delle volte indifferenti davanti al caos provocato dai figli (normale, perché sono bimbi, ma bisogna educarli a non comportarsi ovunque come se fossero a casa propria)
maria sole Febbraio 17, 2015 - 08:16
concordo con tutte voi, mi sembra agghiacciante che vengano fatti decreti nelle città per permettere agli animali di entrare nei locali (cosa di cui non sono del tutto convinta peraltro, anche se mi attirerò le ire dei più 😉 ) e si lasci apssare che i bimbi vengano vietati nei ristoranti.
ora, quando ero ancora nana-free, lo ammetto che mi scocciavo di sedermi vicino a un tavolo e scorgere un piccoletto potenzialmente urlante e rompino, lo ammetto e chiedo perdono a quelle famiglie per i miei pensieri.
adesso che ne ho una io invece, primo la sera me la porto solo se strettamente necessario, secondo come ha detto qualcuna prima di me, ci vado presto a cena fuori, prima che diventi isterica per il sonno, e alle 21,30 me ne vado a casa.
fine della storia.
ma questo lo so da sola, non ho bisogno che qualcuno me lo venga a dire, vietando l’ingresso alla mia prole.