C’era una volta la fiaba: il potere dell’immaginazione! 1 Aprile 2015 – Pubblicato in: Funky benessere, Riflessi, Rubriche, Wellness – Tags: , ,

Tra fiaba e psicologia…

corona

“C’era una volta”… E’ la porta d’ingresso attraverso cui ci si prepara ad ascoltare tutte le favole. Tutte le storie, anche quelle che favole non sono.
Ci conduce dove i sogni diventano realtà!
Una, cento, mille volte. Ascolteremo parole. Le stesse.
Incontreremo personaggi. Tanti.
Immagineremo mondi fantastici e avventure straordinarie o ci perderemo in vite splendidamente ordinarie.
Ci faremo cullare da una voce calda e resteremo con il fiato sospeso fino al “vissero per sempre felici e contenti”.
Come ipnotizzati! Stregati dalla magia del racconto. Ci caleremo dentro la storia tanto da diventare noi i protagonisti.
Ci sentiremo principesse o la più cattiva del reame.
Saremo Cappuccetto rosso e il Lupo. La matrigna e Cenerentola.
Romantiche. Forti. Buffe. Belle. Maligne. Arrabbiate. Coraggiose. Gentili. Ingannate e ingannevoli. Invidiose. Astute. Ribelli. Sognatrici. Perché è così che siamo “semplicemente complicate”. Perché tutti questi modi di sentirci sono sentimenti che “determinano la costruzione vitale della personalità”.

Affronteremo ostacoli, diventeremo vittima, cadremo in inganno e favoriremo il nemico. Saremo messi alla prova e sconfiggeremo il nemico. Saremo gli eroi.
Affronteremo i passi che la storia o la vita ci presenterà.
Vivremo anche noi quello che vive il protagonista. Lo riscriveremo con il corpo, le lacrime, i sorrisi, gli “ohh” di stupore!
“Ci catapulteremo in un mondo fantastico dal quale torneremo con un bagaglio di valori morali, emotivi e comportamentali”
Metteremo in gioco, risvegliandole, sensazioni legate ad esperienze e significati primari.
Scopriremo il senso della storia.

prima di cenerentola

Raccontare e raccontarsi ci permetterà di comprendere noi stessi nel complesso mondo.

L’ascolto vissuto della fiaba infatti garantisce, soprattutto un apprendimento di norme, valori e regole sociali, permettendo l’attivazione di quel processo di apprendimento che lo studioso Bandura ha definito “modellamento”. Apprendimento per identificazione e imitazione di un modello significativo per la personalità infantile. Le fiabe sono filtri offerti ai bambini e i non-più-bambini ma che bambini in fondo lo rimarranno per sempre perché non hanno dimenticato il potere dell’immaginazione. Così la favola diventa un modello di educazione e comprensione.
“Le favole sono fatte così. Una mattina ti svegli e dici: ” era solo una favola…”. Sorriso di te . Ma nel profondi non sorridi affatto. Sai bene che le favole sono l’unica verità della vita”
A. De Saint-Exupéry

Insomma c’era e c’è!
La voglia di immaginare. Giocare.
Di fuggire. Di attendere e ascoltare.
Di vivere l’invidia, la paura, l’astuzia.
Di sognare e accettare anche di fare brutti sogni, lottare sapendo che ci si può fare male. Essendo consapevoli che si può essere buoni. Che, come ci insegna Cenerentola, la vera rivoluzione (di noi stesse e del mondo) richiede “coraggio e gentilezza”! E non è solo una questione di fortuna (e di culo!)
Di sentirci principesse anche senza regno, con la corona di cartone e le scapperete da tennis. Senza matrigna, carrozza e cavallo bianco.
Leggère. Per disegnare una poesia e abitarla. Disorientate . Disordinate. Consapevoli però che si può “mettere ordine alle cose con l’immaginazione”.
Se puoi immaginarlo puoi farlo. Accadrà.

fata madrina