Ceci n’est pas un t-shirt 13 Settembre 2017 – Pubblicato in: Calzamutanda, Fashion

La superficie è sempre lo specchio dei tempi.
Lo si scopre scavando.

Parlando di vestiti, per fare un esempio, si può pensare ai trend come a una questione di forme e colori.
Eppure, anche dietro a una t-shirt dozzinale c’è qualcuno che ha scavato e pensato prima di proporla.

Per soldi, sicuramente. Ma da dove arriva?

L’avrà proposta in una riunione uno di questi fantomatici cool hunter inviato per le vie di Tokyo dopo averla vista su uno studente in piena adolescenza? Esprimeva disagio? Bisogno di accettazione? Un’idea?

O ancora, era forse l’unica maglietta rimasta pulita, regalata anni prima da una zia che non ci azzeccò nulla di nulla ma che abbinata a caso ha poi attirato l’attenzione di qualcuno?

Lo sapevate che la prima a creare una t-shirt con tette stampate fu Vivienne Westwood moltissimissimi anni fa?

Cos’è quella cosa che è nell’aria che ci porta a voler riproporre foto su instagram tutte diverse ma alla fine di gusto comune?

Perché quella borsa chiamata iconica è diventata un pezzo da desiderare? Per l’investimento di marketing alle spalle?

Magari la prima volta che l’hai vista ti era piaciuta così così ma alla centesima volta sembra tu la conosca da sempre.

Ma chi l’ha disegnata, come ci è arrivato?

E le magliette con gli slogan che urlano concetti importanti come l’uguaglianza, pari diritti, empowerment femminile ma poi vengono prodotte sotto pagando chi le cuce? Non sono un’enorme controsenso?

Qualcuno se lo chiede o è più forte il risultato finale? Girl Power, sì, per chi la indossa ma non per chi la fa. 

Perché? Perché Perché?
Sono assetata di quei perché insistenti come in quella fase dei bambini piccoli…

 

Ceci n’est pas un t-shirt.
Ho voglia di sapere cos’è.

Questa è la storia della t-shirt The Future is Female!  E’ importante comprare quella giusta! Fonte foto e testo e possibilità di acquisto –> QUI 

Ininfluencer che storia ha?

Per quanto riguarda la mia t-shirt Ininfluencer ho già raccontato tutto. Nasco con un blog ma ad oggi, il mio lavoro è difficilmente definibile. Un ibrido tra comunicazione e prodotto.
Senza contenuto le mie creazioni non esistono e viceversa.
Una cosa è certa, Ininfluencer è un presa di posizione ironica nella follia dei like:
fare per piacersi, non piacere.

Prodotta nel rispetto dell’ambiente e dei lavoratori. Perché è un atto dovuto.