Auguri cara vecchia me! 17 Maggio 2015 – Pubblicato in: The Funky Diaries – Tags: , ,

in che sensoFoto di Camilla Zelda was a writer

Ultimamente la domanda che ho ripetuto più spesso è: “In che senzo?
Nessun refuso, faccia da Verdone e zeta pronunciata.

Nulla è come appare, dietro ad ogni ovvietà si nasconde un mondo ancora da capire, chi dice il contrario mente o ha appena venduto una startup per una cifra milionaria.

Ho lavorato molto. No, tranquille, leggo anche io i blog, gli status sui social e varie: avere un blog non è come andare in miniera, sarà mica un lavoro, non mi fare quella stanca e così via…
Che poi: in che senzo?
Calma un attimo, che in questo periodo non si fa in tempo a formulare un pensiero che c’è già dietro qualcuno pronto a scrivere una sceneggiatura che Shonda levati.

Ricomincio. Ho lavorato non poco ultimamente, meglio così?
Non ho mai dato tregua al criceto del cervello che gira la ruota, gira la, la, la. Ho sognato anche di notte contenuti, progetti, tenuto discorsi improbabili con social guru e mi è apparso  anche un tizio che finalmente mi spiegava un algoritmo, il fatto che fosse solo un sogno si intuisce dal fatto che lo capivo.

E’ un periodo lavorativo fatto di scelte e di nuove collaborazioni, è un periodo privato pieno di grandi cambiamenti e assestamenti anche grazie alla piccola Lilou e all’immensità di Leone.

Ho scoperto che quando son due è più difficile che qualcuno tenga entrambe le pesti, ho scoperto che tutto si può fare, ho scoperto che se tiri la corda il fisico ti tira un sonoro coppino.
Non ho ancora scoperto per quale strano motivo non riesca a ricordarmi quanti anni compio quest’anno, continuo a tirare a indovinare tra 36, 37, 38. Poi mi fermo, 1978 e mi ricordo.

In che senzo?
Credo che sarà la frase che continuerò a ripetere più spesso perché sento che mi sfugge ancora la via, vedo la vita che cambia in fretta, corre veloce e sebbene mi nutra sempre di quello che non si può capire, il resto preferisco mi sia sempre chiaro.

Il bilancio è positivo. 37 anni portati niente male, vissuti al fianco di una famiglia che ha smesso di chiedersi “in che senzo?” davanti alle mie mille e una eccentricità, che se prima erano di costume, son peggiorate nell’intangibilità dei miei discorsi senza filtri, che per fortuna, confido a pochi.

Il senzo, è che i primi mesi dell’anno sono stati pieni di domande, osservazione, curiosità e analisi che per ora, a un senso, a una direzione, ancora non mi ci hanno portato.

Il viaggio è un viaggio, con o senza bussola, in un senzo o nell’altro. O no?

Tanti auguri cara vecchia me: il senso più bello di tutto, è che mi capisco e ancora mi domando.