Alla ricerca del punto G 13 Ottobre 2015 – Pubblicato in: The S factor – Tags: , , ,

 

i-diari-della-vagina

Io non sono una con un grande senso dell’orientamento. Mi perdo sempre. Nella mia città posso vagare per ore prima di ricordarmi il punto esatto in cui si trova quella libreria tanto-carina-che-ho-visto-un-giorno-e-che-devo-assolutamente-ritrovare. In casa di amici apro almeno una ventina di porte, alcune più di una volta, prima di entrare nella stanza giusta. E in casa mia spesso mi ritrovo in cucina quando volevo andare in bagno.

Date le premesse, a me questa cosa del punto G, che forse c’è, forse non c’è e comunque è troppo nascosto e me lo devo andare a cercare sembra un po’ una presa per il culo. Che poi, chiariamoci, esiste o non esiste? Perché se mi devo (far) sbattere per trovarlo vorrei almeno avere delle prove concrete, altrimenti tanto vale mettersi a cercare Atlantide, l’Arca perduta o Chobin.

Per una volta però facciamo le persone informate e serie, fidiamoci di quello che dice la scienza. Il punto G esiste, o perlomeno, esiste una zona della vagina in cui le terminazioni nervose sono particolarmente sensibili. Questo Klondike dell’orgasmo dovrebbe trovarsi nella parte anteriore della vagina, a 4 cm dall’entrata, poco sotto l’ombelico. Ora, a meno che il nostro amante non possieda spiccate doti da speleologo, mi sembrerebbe crudele e disumano mandarlo là dentro a cercare alla cieca, senza un minimo di preparazione atletica, un training o anche solo un tutorial. Quindi meglio tornare ai sani vecchi principi del femminismo: il corpo è mio e me lo gestisco io, che tradotto significa rimbocchiamoci le maniche e diamoci da fare. Se vogliamo avere un orgasmo degno di questo nome dobbiamo contare solo su noi stesse (così come accade con le bollette da pagare, le lampadine da avvitare e le perdite da riparare). Una volta che avremo trovato quello che cerchiamo, memorizziamo il percorso, disegniamo una piantina tipo caccia al tesoro e istruiamo il nostro lui. Se poi ci sentiamo proprio generose, istruiamone più di uno; è una missione sociale la mia, cosa credete!

vibratore-nero

Per fortuna non saremo sole in questo estenuante lavoro di ricerca, ma potremo contare sul valido supporto di due amici:

Il Form6 di JimmyJane, pluripremiato vibratore dalla forma sinuosa ed ergonomica, ha la particolarità che entrambe le sue estremità possono essere usate per la stimolazione interna. La testina più piccola esegue stimolazioni più intense mentre quella più grande più profonde. Dotato di 6 modalità di vibrazione e 5 velocità e con la parte ricurva pensata apposta per andare a stimolare il punto G, grazie al Form6 quel bastardo ha i giorni contati. Lo troverete!

E se non ci riuscite così, dovete provare assolutamente lo ZIni Roae. Già la forma ad arpione la dice lunga su quello che è capace di fare. 10 programmi di pulsazioni e 5 intensità di vibrazione, lo Zini Roae è la riposta alle vostre preghiere. Una delle sue peculiarità è che è dotato di luci a LED che consentono di usarlo al buio, così magari sarete facilitate nella ricerca.

A questo punto non avete più scuse. Troverete il punto G. o perlomeno morirete (di piacere) provandoci.

zini roae

zini roae

FORM6+ZINI ROAE

Vantaggi: Forma elegante ed ergonomica, possibilità di scegliere tra svariate modalità e intensità di vibrazione. batteria ricaricabile al litio. Travel Lock, un comodo blocca tasti per evitare che ti si accenda in viaggio o in riunione.

Svantaggi: questa cosa del punto G potrebbe sfuggirvi un po’ di mano, sì insomma potrebbe diventare un’ossessione. Prima di essere costrette a un giretto di riabilitazione alla Betty Ford, io vi posso dare solo un consiglio: NON PENSATECI E GODETEVELA!

Ricordiamo che OHHH è il nostro fornitore ufficiale di piacere!

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